
pubblichiamo questo articolo scritti da Marco in occasione del Ceat (corso e approfondimento alla transizione).
di seguito il testo (merita)
Gazzetta dei Quartieri
9 maggio 2051
La Bolognina celebra la Festa dello Spreco
Musica old style, cumuli di lattine, lampadine ad incandescenza, motori accesi per l’intera notte
Tra polemiche ed eccessi, siamo alla 15esima edizione
Tra musica e danze in piazza, birra e giochi per bambini, il Quartiere della Bolognina si riconferma uno dei più festaioli della città.
Ma la “Festa dello Spreco”, svoltasi lo scorso sabato, e giunta ormai alla quindicesima edizione dopo l’evento memorabile del maggio 2036, non è una di quelle feste che lascia indifferenti. All’alba di domenica la città si presentava come un campo di battaglia: bottiglie rotte, cumuli di carta e lattine sui marciapiedi, e un odore acre di benzina nell’aria, a testimoniare l’incessante carovana di automobili a scarso rendimento energetico che hanno percorso le strade principali del quartiere ininterrottamente per l’intera notte.
Gli abitanti più anziani hanno rivissuto l’incubo di una città totalmente invasa dai motori, sovrappopolata e fatiscente, così come doveva presentarsi Bologna all’inizio del secolo.
“E’ anche questo un segnale positivo”, sostiene Massimo Ubaldi del comitato organizzatore della Festa, rispedendo le critiche al mittente “Serve per non cancellare la memoria dei tempi che furono, tempi abbastanza recenti in cui
la nostra stessa civiltà sembrava essere in serio pericolo a causa di un modello di sviluppo malato e insostenibile”.
Ubaldi ricorda come nacque l’idea della festa: il 7 maggio 2036 si decise di costruire un evento che ricordasse i 10 anni dalla ratifica del Trattato di autodeterminazione e sostenibilità dei quartieri, l’atto ufficiale con cui si cominciava a recuperare la città di Bologna in chiave di sostenibilità e autosufficienza energetica. Negli anni ’20, infatti, la città, quasi completamente spopolata per gli effetti della crisi petrolifera, era ormai solo il fantasma della fastosa Bologna che era stata fino alla fine del secolo scorso.
Il Trattato ha significato l’inizio della riconversione di intere aree urbane, la rinascita dei comitati di quartiere, la creazione di aree ortive, la pianificazione della gestione energetica in chiave di autosufficienza, quindi la riscoperta di una vita sociale in chiave urbana, basata sull’efficienza e sulla cooperazione.
“E’ bene che i giovani conoscano le diverse fasi che la nostra civiltà ha attraversato negli ultimi decenni” riprende Ubaldi “e in particolare capiscano cosa significasse vivere nella società del petrolio e dello spreco, che era anche un’epoca di profonda ingiustizia sociale e di diffusa infelicità”.
“Ma la festa non è fatta solo di incontri
dibattiti, cineforum” controbatte Milena Pozza, segretaria del comitato Nulla da festeggiare. “Ad attirare sempre più giovani alla Festa dello Spreco sono i fiumi di birra in lattina, le auto d’epoca super- inquinanti, le lampadine ad incandescenza; è una moda che rievoca spettri del passato e non merita nessuna forma di nostalgia”.