Lame in Transizione

ci siamo, con altri minuscoli compiti.


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POSTumi da Totnes

RimeDiario

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Avete presente quel momento di rivelazione assoluta che capita ogni tanto nella vita? Quando tutti i puntini si collegano e delineano un quadro talmente chiaro e plateale che ti domandi come avevi fatto a non averlo visto prima.Questa esperienza mistica, quasi sciamanica l’ho provata l’ultima volta il 12 Ottobre del 2009. In in un certo senso ho scoperto l’America.
Si, perché tutte quelle cose che mi frullavano nella testa a proposito dell’ambientalismo e dell’essere verdi e del cambiamento climatico e il gruppo d’acquisto solidale, non avevano un riscontro incontrovertibile, a prova di scetticismo.
Questo riscontro l’ho trovato quel giorno, leggendo del Picco di Hubbert. Lo ammetto…non ne avevo mai sentito parlare,e dire che è una teoria che risale al 1956.
Comunque, da quel momento non sono più stata la stessa : sno entrata nell’orbita transizionista. Senza stare a farla troppo lunga, perché tanto chi sa di cosa sto parlando non…

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Mi scappa il Post

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RimeDiario

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Avvertenza per l’uso : questo post potrebbe avere contenuti altamante retorici e anche autoreferenziali. Colonna sonora consigliata Two Rocks And A Cup Of Water di Massive Attack da Danny The Dog [OST]

Ebbene si mi scappa il post…come potrebbe essere altrimenti dopo la 1 Festa del Dono e dela Baratto ,  durante la quale ho visto una contaminazione spontanea tra quelli che ci ostiniamo a chiamare immigrati e il popolo indigeno (cioè noi). La frase più bella che mi ha ripagato dell’estenuante giornata l’ha detta ovviamente una bambina, alla fine della serata “è stata la più bella giornata della mia vita”, ma tutti, davvero tutti i residenti del Galaxy e quelli del Quartiere mi hanno detto, chiesto ripetutamente “quando la rifate?”.

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A volte ritornano

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Era da un pò che non si vedeva tanta gente della Transizione qui a Lame, esattamente da ottobre, quando è venuto Rob Hopkins  e gli abbiamo fatto la festa alla Sala Cubo.

Ieri (domenica 18 gennaio) ci simao ritrovati al Centro Borgatti per un seminario di Rieconomy. Questo conferma che il gruppo Lame, se pure non più molto attivo con incontri, eventi incentrati sulla transizione (che pure pervade tutto quello che muove l’associazione di riferimento Zoè teatri) ha un ruolo fondamentale all’interno del movimento della Transizione. E cioè quello dell’OSPITE ovvero della Balotta Continua.

Nessuno come noi, a quanto a pare è così ospitale (rif : ‘alto numero di ringraziamenti che riceviamo dai partecipanti quando vengono qui)).

Tornando all’incontro di ieri, che non era stato pubblicizzato perchè rivolto a coloro che “già sanno” e in partoicolare  a chi è Ninja dentro,  alcune informazioni del caso .

Si trattava di un seminario in cui Cristiano Bottone ci ha spiegato un pò di cose sul Pste e altre riguardo a questi due progetti  :

Strade in transizione 

Rieconomy

se qualcuno in zona fosse interessato a farne partire uno ci dica qualcosa inviando una mail a lameintransizione@gmail.com

“l’atmosfera del centro borgatti è sempre stimolante, sarà merito dei tavoli del mago silvan?” Glauco

“il world cafè in una stanza – sarà il titolo della prossima mazurka della transizione” Luca

“cosa emerge alla fine? che il cibo in questi incontri non è mai un problema” Mavi


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Rob a Bo

Bologna Città di Transizione

rob a bo

Se volete saperne di più sulla sua visita il programma è pubblicato sul sito Transition Italia

noi vi segnaliamo in particolare questo appuntamento perchè saranno dei bei momenti…

MARTEDÌ 28 OTTOBRE

ore 20:00

RITROVO TRANSIZIONISTA

SALA CUBO

VIA ZANARDI 249

Bologna

Una festa senza nessun programma per transizionisti e amici, ognuno porta cibo, bevande e transition kit.

Ovviamente ci sarà anche Rob che sarà probabilmete a pezzi (comprensibile, dopo 2 giorni di viaggio per raggiungere Bologna  senza prendere l’aereo) e al quale per questo motivo non abbiamo chiesto di dfare conferenze nè di rispondere a domande.

Semplicemente passerà una bella serata con noi.

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Celebrare il cambiamento

calendario

E’ on line il calendario del cambiamento. Lame in Transizione ha contribuito con la pagina di Novembre, dedicata alla Celebrazione

celebrare ossia frequentare, rendere frequentato (Treccani)

Le parole parlano prima che noi le parliamo” diceva Lacan e nella parola celebrare c’è davvero tutto il senso della Comunità come esercizio di inclusione.

E siccome solo quando ci si sente parte di qualcosa, ci apriamo alla voglia e al piacere di costruire una storia comune, la celebrazione diventa un momento essenziale del processo di transizione .

Perchè celebrare : In un processo di transizione si ha spesso talmente “voglia di fare” che si corre il pericolo di essere sovrastati dagli impegni.

Quel che si vive all’interno della propria comunità diventa interessante per altre comunità che, nel loro modo e nei loro tempi potranno fare uso della nostra esperienza.

La comunicazione del fare diventa quasi una pratica indispensabile : partecipare a incontri in altri luoghi, aggiornare blog, mandare mail, preparare newsletter e anche scrivere piccole note per calendari come questo, sono parte di una sovrastruttura, che la pratica del “passaparola” non è ancora riuscita a smantellare.

A volte abbiamo l’impressione di non avere un attimo per fermarci tra noi per celebrare i nostri successi, anche quelli apparentemente minori.

Il risultato può essere quello di sentirsi affaticati, facendo perdere energia al processo stesso.

Cosa celebrare

E’ importante ricordarsi perciò, di celebrare i propri successi e anche gli insuccessi. Celebrare il fallimento significa fermarsi insieme a considerare quel che si è fatto, non per fare un mea culpa, ma per ripensare al cammino. Può capitare persino di considerare le cose da un altro punto di vista e capire che, anche se apparentemente si è arrivati a un punto morto, tutto quello che si è fatto, ha dato spinta e ispirazione ad altri sogni, ad altre pianificazioni e pratiche di transizione.

Come celebrare

Per celebrare bisogna festeggiare.

La distinzione tra i due termini non è poi così sottile, soprattutto per noi italiani che diamo alla parola celebrare soprattutto un significato religioso (celebriamo la messa, le nozze, ecc) .

Mentre il rito religioso, ma anche laico (celebriamo la liberazione, la vittoria e così via) è qualcosa che parte dall’alto e arriva ai partecipanti, la festa è un vissuto collettivo che scandisce il tempo della comunità e crea uno spazio autonomo, nel quale fare qualcosa di diverso.

Dove celebrare

Nelle feste di paese, dove ogni cittadino è coinvolto.

Ogni festa ha alle spalle una sua storia sacra o profana, intrisa di memoria, di passioni, amori, battaglie fatte rivivere nelle piazze e nelle strade con grande gusto ereditato dalla nostra tradizione rinascimentale. Durante queste feste si assiste a un fiorire di attività collaterali alle quali si può partecipare : fiere, mercatini, danze, gare, teatro in piazza, mascherate, sfilate e processioni,una per ogni paese.

Tutte sempre legate in qualche modo al cibo locale (dalla sagra della saracca alla sagra del maialetto sardo, non è dato sapere quante siano le sagre gastronomiche in italia).

Sicuramente, festeggiare l’iniziativa di transizione entrando a far parte di una di queste feste popolari, è un modo per incontrare la comunità, ma qualsiasi momento e qualsiasi luogo sono quelli giusti per festeggiare.

Sono momenti in cui ci apriamo all’altro, persino allo “straniero” che può condividere il suo cibo tradizionale con noi, e capire di non essere un indesiderato, ma un arricchimento della comunità.

A ogni modo, basta condividere del cibo e del vino per fare festa e fare comunità. I pic nic condivisi, i pranzi collettivi in strada, sono momenti di conoscenza dell’altro durante i quali attivare il passaparola, divertendosi.

E qui potrei scrivere un altro corollario sul significato della parola divertire (divertere) ma per una volta, cercatevelo voi.

 

Ciò che veramente conta nelle iniziative di transizione è che “non ha senso fare quello che stiamo facendo se non ci stiamo divertendo”.

Per questo, usiamo tutti i mezzi a nostra disposizione per festeggiare : ballare, cantare,pronunciare discorsi,raccontare storie, in poche parole “mettersi in gioco”.

Un processo di transizione senza gioco e creatività perde per strada il mezzo principale per raggiungere, toccare e coinvolgere le persone.

Diamo spazio alla creatività, che sia arte,narrazione, teatro,musica.

L’arte ci aiuterà a creare un formidabile collante tra le generazioni, a raccontarci il futuro in un modo diverso da quello che i media ci fanno percepire.

Conclusioni

Anche se siamo propensi a individuare il momento giusto per celebrare, solo nella conclusione di un percorso o nel raggiungimento di un obiettivo, non esiste un momento più giusto degli altri, perchè il momento giusto è semplicemente quello in cui la comunità si incontra per festeggiare. Perciò, avete messo la boccia in frigo?